ARTRIBUNE | Scritto da Ferruccio Giromini | giovedì, 12 dicembre 2013

“Hysterical Literature” è un fenomeno già imponente di diffusione virale www – si parla di oltre 18 milioni di visite in almeno 200 Paesi – però vale la pena di suggerirlo ai curiosi & appassionati tuttora ignari. Perché proprio di passione si tratta, appunto, e illustrata in modo decisamente curioso.

Tutto nasce nella mente perversa del fotografo americano Clayton Cubitt (New Orleans, 1972; vive a Brooklyn), specializzato in moda e ritratto, ma poi approdato anche alla videoarte.Il suo celebrato masterwork, o perlomeno massimo successo di pubblico, è la serie di otto brevi video in b/n incentrati – camera fissa, ripresa centrale – su altrettante giovin signore sedute al tavolo, inizialmente compunte, con un libro fra le mani e un vibratore acceso introdotto e nascosto laggiù. Ognuna legge alcune pagine da un testo di propria scelta (Alicia da Foglie d’erba di Walt Whitman, Stormy da American Psycho di Bret Easton Ellis, Amanda da Arancia meccanica di Anthony Burgess, e così via), o almeno cerca di leggere mantenendo per quanto possibile un contegno professionale e controllato, finché un determinato conturbante disturbo psicofisico le assale e gradualmente o in modo intermittente monta, per diventare incontrollabile fino all’inevitabile esplosione orgasmica. Il tutto condotto, va detto, con ammirevole autoironico divertimento delle audaci e generose performer, nessuna esclusa.

Il titolo complessivo Hysterical Literature sembra quasi voler rimandare ai famosi Vagina Monologues femministi di Eve Ensler, curvandoli in questo caso verso possibili “conferenze della vagina”, chissà quanto stavolta esattamente femministe. Cubitt parla, serio, di voler così “esplorare il dualismo mente/corpo, la ritrattistica diversiva, il contrasto tra cultura e sessualità”. Sta di fatto che la visione risulta da un lato istruttiva e perfino spiritosa, ma per certi versi pure imbarazzante per il sostrato – come dire? – sadomasochista dell’operazione. Sì, le progressive incrinature della voce, le interruzioni via via più affannose, le perdite di controllo finali si rivelano (sim)pateticamente spettacolari – soprattutto per la possente nera Solé e la tatuata asiatica Margaret – ma l’insinuante ambiguità tra piacere interno e sofferenza esterna rilascia intanto un certo retrogusto di perplessità e impaccio.

Operazione furbetta o meno, la lettura uterina sembra però aver lanciato una moda. In Rete si trova già un video remix autorizzato, Hysteria United di Aslak Michael, che in sei minuti condensa sette delle otto coinvolgenti performance; mentre la scrittrice maiorchina Roser Amills si aggiunge a esibire a sua volta un proprio similare assolo in catalano in El plaer de la lectura, sdoganandolo come omaggio europeo al maestro capostipite americano; vengono poi le barocche imitazioni brasiliane; e le inevitabili parodie…

Quel che alla fine resta indubitabile è che l’insieme di tanti esibizionismi muliebri di intimità (auto)violata forniscono comunque un serio nocciolo, inaspettato, di meditazione e discussione sull’abbattimento e il ridisegno dei possibili confini dell’arte comportamentale. O sono tutti solo puri incitamenti a godersi un buon libro?

Ferruccio Giromini

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